Fiammeggiante e vulcanica, in bilico fra la risata e la lacrima, qualche volta funestata dalla vergogna, sempre in allarme: questa è la vita di Antonio con la madre Angela, una donna impossibile, animata e consumata da un “fuoco che le brucia dentro” che è difficile comprendere e tantomeno placare.
Franchini tratteggia con spietata – e spesso tenera- sincerità il ritratto indimenticabile di un personaggio fuori dal tempo, una figura quasi classica e universale: quanti di noi hanno sperimentato la distanza siderale da un genitore, un figlio, un fratello, magari vergognandosene? Raccontando in un modo diverso il rapporto primario dell’esistenza, l’autore disegna una possibilità di emancipazione e sincerità per tutti e allo stesso tempo ci restituisce la comprensione, l’accettazione dell’insondabile, in sintesi: la vita come viene, le persone come sono e la nostra capacità di convivere con questa realtà.
Un libro che ci libera dalla vergogna del rifiuto di chi comunque amiamo, ma che soprattutto è la storia di una relazione: quella fra una madre e un figlio che si cercano e si respingono senza riuscire a detestarsi veramente.