Cultura digitale
e Comunicazione

Una nuova cultura

Comunico dunque sono.

La società contemporanea è ricca di sfide, tecnologiche e sociali, rese ancora più complesse dalla trasformazione digitale.

La trasformazione digitale ci ha travolto e ha modificato tanto i contesti sociali quanto quelli organizzativi. L’impatto ha riguardato non solo le tecnologie presenti nelle nostre vite, ma anche e soprattutto i nostri comportamenti e le nostre abitudini. Un cambiamento così radicale che non possiamo più etichettare sotto il nome di “fenomeno”, ma che deve essere considerato un nuovo modo di comportarsi, comunicare e relazionarsi, a tutti gli effetti, una nuova cultura. Da qui parte il viaggio di Pazza Idea verso nuovi orizzonti.

L’evoluzione del concetto di cultura digitale segue inevitabilmente il perfezionamento dei mezzi di comunicazione nei quali tale cultura si sviluppa. Si rendono necessarie figure esperte che sappiano cogliere le opportunità del digitale nei diversi settori della società, adattandosi velocemente a un mondo che cambia, marcando alcuni confini, ma soprattutto indicando la via maestra.

È necessario sviluppare il digital mindset, ovvero la capacità di sviluppare una nuova mentalità aperta al cambiamento. Significa essere persone curiose e aperte ad affrontare il cambiamento, sfruttare ogni occasione per esplorare le nuove soluzioni per la collaborazione, per la comunicazione, ma soprattutto per tenere allenato il proprio pensiero critico.

Altrettanto necessaria è la digital literacy, ovvero la capacità di utilizzare Internet e le tecnologie dell’informazione per accedere, gestire, integrare e valutare le informazioni a partire da una vasta gamma di fonti accessibili tramite svariati dispositivi tecnologici.

Restano inestricabilmente legate le culture digitali e la comunicazione, e le figure professionali che ci aiutano a dipanare la matassa diventano fondamentali.

Le parole, come sempre, ci vengono in aiuto e il nostro percorso in questo terreno nuovo – e talvolta scivoloso – ha avuto inizio molto presto, nelle primissime edizioni, quando la curiosità ha cominciato a divorarci e noi ci siamo rivolte a grandi professionisti e professioniste del settore per saperne di più. 

Partendo da esperienze a cavallo tra l’analogico e il digitale, grazie alla partecipazione di autrici e autori televisivi (vedi Matteo B Bianchi) e radiofonici (tipo Matteo Caccia), giornaliste e giornalisti, e figure professionali che si muovono tra attualità e innovazione, con i piedi piantati nel presente e lo sguardo rivolto inesorabilmente verso il futuro, il festival ha mosso i suoi primi passi verso la cultura digitale, senza mai dimenticare l’importanza della comunicazione dentro e fuori dalla rete, quella comunicazione che in parte resta “tradizionale”, legata all’informazione, in qualche modo imprescindibile. 

Se da una parte, infatti, abbiamo sempre voluto dare grande spazio al giornalismo e all’informazione, incontrando: Luca Sofri, che si è spinto nell’analisi di un giornalismo che potremmo definire “duttile”; Massimo Cirri (Caterpillar, Radio Due) tra psicologia e giornalismo; Tiziana Ferrario, giornalista e anchorwoman; Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale; Aldo Cazzullo, inviato speciale ed editorialista.

Dall’altra parte, ci è sembrato doveroso ampliare il concetto di comunicazione, con: Carlo Freccero, autore televisivo, dirigente d’azienda, critico televisivo e massmediologo italiano; Daniele Chieffi, giornalista, social media manager Eni; Daniele Rielli (Quit the Doner), giornalista, scrittore, blogger.

E ancora in un binomio quanto mai imprescindibile tra giornalismo e comunicazione…

Giornaliste specializzate nel reportage e nell’inchiesta, come Annalisa Camilli e Francesca Mannocchi, hanno poggiato il loro sguardo acuto sulla situazione contemporanea e ce ne hanno restituito l’essenza. Marta Serafini, giornalista che al «Corriere della Sera» dal 2007 si occupa di terrorismo e relazioni internazionali. 

Per spostarsi a Incontri legati più alla comunicazione e alla narrazione che all’informazione: “Comunicare è raccontare. L’esperienza nella radio, nella politica, nella cultura con Matteo Caccia, scrittore, giornalista Radio 24, Prisca Cupellini, allora responsabile digitale della Fondazione Maxxi, e Lorenzo Pregliasco, per Youtrend. 

Tra le prime suggestioni sulla comunicazione e la cultura digitale quelle di Maria Grazia Mattei, giornalista, art director di Meet the Media Guru, con la quale si è provato a inquadrare lo stato dell’arte circa la diffusione e i nuovi sviluppi della cultura digitale; di “narrazioni digitali” con Pierluigi Vaccaneo, Direttore della Fondazione Cesare Pavese, Filippo Pretolani, consulente di innovazione editoriale ed esperto di social media, Mafe de Baggis, blogger, esperta di community, che hanno provato ad analizzare il fenomeno della letteratura che diventa riscrittura e la narrazione che arriva dalla Rete.

Un punto di non ritorno, questo, che ogni anno ci stimola ad approfondire la inestricabile connessione relazionale tra le culture digitali e la comunicazione, per affrontare il presente e immaginare il futuro.

Dapprima con il laboratorio dal titolo “Innovare nella creatività, tra idee e ideali nel mondo dei social media” e poi la lectio magistralis “Narrare emozioni. I consumatori comprano, gli individui scelgono”, Paolo Iabichino ha continuato nel solco marcato nella precedente edizione, offrendoci strumenti importanti di scelta e consapevolezza.

Massimo Arcangeli, linguista, politico e sociologo si inoltra nei meandri del “Siamo quello che diciamo, ma non lo sappiamo. Meraviglie dimenticate e insidie nascoste nelle parole di ogni giorno”. Di comunicazione e linguaggio si sono occupati anche Massimo Mantellini, uno dei maggiori esperti della rete internet italiana, e Bruno Mastroianni, filosofo, giornalista, autore e social media manager. Imprescindibile il punto di vista di Vera Gheno, nostra ospite fissa che si autodefinisce sociolinguista e ci aiuta a dipanare la questione della lingua in rete  – e molto altro -, con workshop, speech, incontri, panel… 

E se di panel – ma anche lectio magistralis – si nutre la nostra insaziabile curiosità, per stimolare il pensiero critico circa le parole, il linguaggio nella contemporaneità e l’importanza di scegliere le parole giuste, si sono avvicendate sui nostri palchi persone del calibro di: Annamaria Testa, pubblicitaria, giornalista e saggista italiana, grandissima esperta di comunicazione, con un focus speciale sul linguaggio; Giulia Blasi, scrittrice, conduttrice radiofonica e giornalista italiana, con un focus sulla questione di genere; Ester Cois, prorettrice per l’Uguaglianza di genere all’Università di Cagliari; Stefano Bartezzaghi, giornalista, scrittore e semiologo italiano; e molte altre figure di spicco… 

E a proposito di cultura digitale e di talento delle donne nella comunicazione, panel esclusivi come quello con Marisandra Lizzi, Marta Serafini, Cristina Tagliabue e Barbara Sgarzi a cimentarsi su “comunicazione e innovazione: nuovi modi e grandi talenti si svelano in rete”; in una cornice dedicata all’attivismo digitale e dei social, invece, il panel con Giada Arena, Beatrice Cristalli, Silvia Semenzin e Florinda Fiamma.

Di divulgazione della cultura attraverso il web: Letizia Sechi, esperta di editoria, comunicazione, Language Design e Ux Writing, per “Parlare di libri sul Web: strategie e buone pratiche per editori connessi”; Jolanda Di Virgilio, caporedattrice del Illibraio.it, a proposito della “rivoluzione BookTok: come TikTok sta cambiando la comunicazione online”; Marta Perego, giornalista, scrittrice, divulgatrice culturale attraverso i social per raccontarci come Instagram sia un ottimo strumento di divulgazione culturale; e di “Podcast, newsletter, booktuber e nuove tendenze nella comunità culturale ci parla Antonio Prudenzano, direttore de Illibraio.it.

Di parole gentili, parole per il futuro e anche pensieri per il futuro, ma anche di felicità, lezioni per capirla e condividerla, comunicazione delle emozioni, ci ha parlato e torna spesso a parlarci la filosofa Ilaria Gaspari. 

Ma anche di insidie e insicurezza è fatta la rete, allora lo sguardo critico e acuto di Giovanni Ziccardi, professore di informatica giuridica, diventa imprescindibile. Tra uso e abuso dei “big data”, del “governo tramite gli algoritmi”, della politica smart attraverso l’utilizzo di app e di grandi piattaforme consultive, della profilazione politica di tutti i cittadini, alla diffusione di fake news e attacchi online, passando per il tema fondamentale delle sicurezza informatica dei dati e della nostra sicurezza. Dello stesso tenore sono le considerazioni sull’Intelligenza Artificiale nelle sue più disparate applicazioni e implicazioni, con la già citata strategist Mafe de Baggis e Francesca Lagioia.

Questi sono solo alcuni dei nomi che hanno arricchito il nostro cartellone in questi 12 eccentrici anni di festival… e molti altri ne arriveranno.