“Avrei voluto che questa storia me la raccontasse lui. Avrei voluto avere il tempo di sentirla. Ma in un certo senso sono consapevole che il libro esiste perché non c’è più l’uomo.”
Due donne, due scrittrici sincere e talvolta affilate, scandagliano il rapporto dei rapporti, quello tra genitori e figli.
Barone si immerge e ci mostra la Torino degli anni Settanta, scenario della lotta operaia e di un padre militante e forse ancora non del tutto conosciuto.
Canepa tratteggia ancora una volta, dopo L’animale femmina, dei ritratti femminili indimenticabili, tre donne profondamente legate tra loro, eppure in costante fuga l’una dall’altra.
Perché i rapporti e le relazioni, sembrano dirci queste storie intergenerazionali, non sono mai uguali e sé stessi e molto spesso la fuga si trasforma in ritorno.