La grande fotografa palermitana racconta la sua storia, la sua passione per il racconto del mondo, che sia terribile come la mafia o magico come gli sguardi delle “sue” bambine, fissate dall’obiettivo nel momento della massima grazia.
Una vita nel segno della scoperta e della volontà, con uno sguardo sempre amorevole e solidale nei confronti delle donne, misericordioso verso le contraddizioni di una società magistralmente illuminata dal suo bianco e nero. Perchè la vita è così, una ferita aperta che può essere compresa e forse guarire solo se raccontata, magari facendo “…come gli ubriaconi a ogni taverna, sedendomi a bere un bicchiere di realtà.”