Sono gli anni 50 ed è un’Italia fervida ed entusiasta quella che si affaccia alla seconda metà del ‘900. È un’Italia orgogliosa e umile che guarda al futuro quella che ci racconta Alberto Saibene in “L’italia di Adriano Olivetti”. Ci racconta di Adriano Olivetti, un imprenditore illuminato, un mecenate, un utopista, un rivoluzionario.
La sua passione e la sua voglia di fare lo condurranno fiero attraverso una rivoluzione etica che coinvolse l’Italia di quel tempo. Adriano capiva gli uomini, “sapeva fare sue le intelligenze del tempo”: si circondò di ingegneri, poeti, filosofi, psicoanalisti, architetti, sociologi, tutti diversi tra di loro, tutti con una propria personalità e con le proprie libere idee. Sempre persuaso dalla bellezza della diversità e la potenza del fattore umano, creò un impero, fatto rigorosamente di persone volenterose ed entusiaste come lui. “Come verrebbe giudicato oggi un imprenditore che parla così agli operai: «Voglio anche ricordare come in questa fabbrica, in questi anni, non abbiamo mai chiesto a nessuno in quale religione credesse, in quale partito militasse o da quale regione d’Italia egli e la sua famiglia provenissero». (Ivrea, 24 dicembre 1955)”. Rivoluzionario, appunto.
Alberto Saibene e Giuseppe Lupo, massimi esperti olivettiani in Italia, ci guideranno attraverso le pagine dei loro libri per raccontarci chi era Olivetti.