Una scrittrice e uno scrittore giovani in un Paese vecchio, non solo anagraficamente, che sperimentano sulla propria pelle le difficoltà e le opportunità dell’incrocio fra le culture, e in questo percorso definiscono la loro identità. È uno sguardo importante sugli scenari della contemporaneità quello di Espérance Hakuzwimana e Saif ur Rehman Raja.
Due prospettive differenti sul mondo: Hakuzwimana (nata in Ruanda, cresciuta a Brescia) con una guida per la scuola che sempre di piú ha a che fare con una realtà multietnica e con un coro di voci di altri studenti, di altre generazioni con background migratorio; Raja (nato in Pakistan, arrivato in Italia a undici anni) con la storia di un ragazzo “troppo pakistano per gli italiani, troppo italiano per i pakistani”, un apolide involontario, senza un paese che lo accolga e senza una famiglia che lo riconosca perché omosessuale, o come dice il padre, un hijra, un mezzo uomo da virilizzare a forza di botte.