Per tanto tempo le donne sono state abituate a sentirsi incapaci e senza talento. La memoria delle loro opere non ha contato. Per illuminare uno spazio così fuori campo non basta aggiungere nomi, né la soluzione è cancellare il passato. Piuttosto, servono altre parole e nuove inquadrature, un cambio di prospettiva che da particolare diventa generale: perché è la complessità dei nostri tempi che ce lo chiede, il futuro che cominciamo a scorgere e che lentamente si rivela. In questo scenario lo spazio fisico e intellettuale delle donne è un patrimonio comune, della società tutta: come per un lungo viaggio cominciamo con un primo passo, e arriveremo in molti luoghi.
In partnership con MUACC Museo universitario delle arti e delle culture contemporanee
Università degli Studi di Cagliari