“L’amore oggi sembra essere per gli italiani, almeno nei sogni, un rifugio in un mondo senza cuore. Pressati dal mito dell’efficienza, da una precarietà ormai stabilizzata, da una flessibilità senza tregua non dovrebbe meravigliare che essi cerchino nell’amore gratificazione e riconoscimento. Donne e uomini italiani appaiono sospesi fra la nostalgia dei vecchi modelli relazionali, obsoleti ma rassicuranti, e il desiderio di sentirsi e di essere moderni; disincantati ma romantici; strenui difensori della propria libertà e al tempo stesso fragili, insicuri e intimoriti da una vita senza amore. Eppure si è tutti pazzi per amore”.
E proprio questo sentimento universale, l’ultimo (o l’unico?) “bene democratico” a cui tutti aspirano, con le emozioni positive e negative a esso collegate, è oggi più che mai la vera “livella” degli esseri umani, la più radicale e autentica: raccontato qui da una scienziata sociale, ci rivela la sostanza plurale e allo stesso tempo fragile e fortissima di cui siamo fatti.