Letizia Battaglia, pur avendo come mai nessuno prima fissato in immagini le stragi criminali nella Sicilia degli anni Settanta, non è solo “la fotografa della mafia”. Le sue foto, spesso in un vivido e nitido bianco e nero, raccontano soprattutto Palermo nella sua complessità: una città grande e terribile ricca di tradizioni, di sguardi di bambini e donne, i quartieri, le strade, le feste e i lutti, la vita quotidiana e i volti del potere di una città contraddittoria. La mostra, che rimarrà allestita nelle sale del Centro d’Arte e cultura Il Ghetto per tutta la durata del festival, è una esposizione dedicata ai suoi grandi temi: 30 immagini degli anni della guerra di mafia a Palermo mescolate ai suoi celebri ritratti di bambine, perchè “anche se fragili sono la salvezza, la forza delle nuove donne di domani”.
“Amo fotografare le donne perché sono solidale: devono ancora superare tanti ostacoli verso la felicità, in questa società maschilista che le vuole eternamente giovani, belle, con una concezione dell’amore che spesso, in realtà, è solo possesso. E cerco gli occhi profondi e sognanti delle bambine: mi ricordano me stessa a dieci anni, quando mi resi conto, di colpo, che il mondo non era poi così bello. Ecco perché le bimbe che ritraggo non ridono mai: le voglio serie nei confronti del mondo, come lo sono stata io”.