La poesia porta nel nome il mito creativo (ποίησις) di altri universi possibili ed è con questa attitudine che i poeti maneggiano il presente: attraversano l’effimero ma sanno che ricordi e traumi, proiezioni e speranze, appartengono a un’unica forma, al cerchio del tempo oltre il quale solo alla parola più pura è lecito sconfinare.
E in questo viaggio che può essere commovente, terribile o entusiasmante si trova talvolta la forza per staccare lo sguardo dal corto circuito dell’attualità. Pensare e credere a un’umanità oltre la barbarie, oltre la guerra, oltre l’autodistruzione, con parole che attraversano i secoli o che sgorgano oggi stesso. Parole che dragano desideri e sentimenti, parole che duellano con il rimpianto o che sbeffeggiano il potere del luogo comune, parole che esplorano il mondo e le stelle, parole soprattutto che sanno ipotizzare un domani, parole così fragili e allo stesso tempo invincibili, forse solo frammenti di sopravvivenza al selvaggio dolore di essere donne e di essere uomini.
Come seguendo il corso di una corrente ci muoveremo negli spazi del teatro, portando voce, musica, condivisione, memoria e allegria.
Letture di: Carlo Antonio Angioni, Lia Careddu, Giacomo Casti, Francesco Civile, Maria Loi, Noemi Medas.
Musiche: Emanuele Contis, Luigi Frassetto.
Live Painting: Fabio Magnasciutti.
Poesie di: Carlo Bordini, Giuseppe Conte, Mahmoud Darwish, Milo De Angelis, Andrea Di Consoli, Luigi Di Ruscio, Umberto Fiori, Vladimir Majakoskij, Henerik Nordbrandt, Nicanor Parra, Cesare Pavese, Antonia Pozzi, Arthur Rimbaud, Amelia Rosselli, Tiziano Scarpa, Wislawa Szymborska, Antonio Veneziani, Boris Vian…