Meno diritti, più flessibilità per tutti. Così si è detto per gli ultimi vent’anni, ma il sospetto che in Italia qualcosa sia andato storto è scritto nelle storie di ordinario sfruttamento legalizzato che abbracciano ormai almeno due generazioni. Il lavoro è la questione fondamentale in Italia oggi, perché racconta il presente e definisce il tempo che verrà. Il dominio del cottimo, i nuovi operai del lavoro intellettuale, le insidie di una “elasticità” che è diventata precarietà di lavoro e di vita.
Le inchieste della studiosa Marta Fana sul Jobs Act e la sua lettera al ministro Poletti hanno finalmente risvegliato l’attenzione del pubblico su un tema sociale e etico di grande importanza: quale presente e quale futuro al di là della retorica delle “magnifiche sorti e progressive” della flessibilità ma anche del pessimismo “tout court”?