“Cosa succede se un’intera generazione, nata borghese e allevata nella convinzione di poter migliorare – o nella peggiore delle ipotesi mantenere – la propria posizione nella piramide sociale, scopre all’improvviso che i posti sono limitati, che quelli che considerava diritti sono in realtà privilegi e che non basteranno né l’impegno né il talento a difenderla dal terribile spettro del declassamento? Cosa succede quando la classe agiata si scopre di colpo disagiata?”
E cosa accade quando quando veniamo sradicati dal nostro luogo- fisico e interiore- e catapultati in un altro? Cosa rappresenta il posto che abitiamo nelle costruzione di noi e della nostra identità? La generazione “di mezzo”, che vive, spesso con sconcerto, una realtà molto diversa dalle aspettative, ha sperimentato anche l’esperienza della lontananza dai luoghi di origine, in una modalità molto diversa dalle generazioni passate.
Quale è lo scenario futuro del nostro “stare” e del nostro “andare”, e che peso hanno le radici e il viaggio nella nostra identità individuale e collettiva, nella conversazione tra una scrittrice che vive tra Europa e USA e uno scrittore che da Parigi osserva gioie, dolori, agi e disagi del nostro tempo.