“Un reportage dal futuro”: e le notizie non sono sempre buone, ci racconta una delle scrittrici italiane più lucide e meno accondiscendenti verso il lettore. Nell’Italia di domani – ma forse anche di oggi, scopriremo leggendo i suoi ultimi romanzi- l’umanità è disgregata in piccole comunità che rappresentano, ognuna in modo diverso, una “zona comfort” per le angosce del Terzo Millennio.
Ci sono gli eremiti che ripudiano la tecnologia, i misogini pentiti o forse no, i santoni, le donne devote al dolore. C’è, spesso, lo sguardo opaco di una società che non vede le sue stesse contraddizioni. E poi ci sono i giovani. Che ci sono e a volte immaginano di (s)fuggire alle costrizioni del presente o solo verso un domani alternativo.
Lo sguardo di Bellocchio sulla contemporaneità, i temi allo stesso tempo moderni e nuovi della comunità e dell’isolamento come scelta, la sovraesposizione mediatica personale e collettiva, e la visione femminile del mondo fanno della sua produzione letteraria una feroce lente di ingrandimento sulla realtà possibile e sull’importanza del recupero di un senso più ampio di comunità e convivenza.