PAZZA IDEA FESTIVAL Icona edizione 2018

Angela Iantosca

Angela Iantosca, laureata in Lettere antiche, giornalista dal 2003, ha collaborato con diversi periodici e quotidiani nazionali. Da gennaio 2017 è direttore della rivista Acqua&Sapone. Già inviata de “La Vita in Diretta” (RaiUno), dopo aver realizzato alcuni servizi per “L’Aria che Tira” (LA7), ha pubblicato due saggi inchiesta Onora la Madre – storie di ‘ndrangheta al femminile (Rubbettino, 2013) e Bambini a metà – i figli della ‘ndrangheta (Perrone, 2015, finalista del premio Piersanti Mattarella 2016 e vincitore del premio speciale Onlus Memoria nel Cuore, all’interno del Mattarella).

Ambasciatrice del Telefono Rosa Frosinone dal 2014, ha vinto il Premio Nazionale Olmo 2016.

Nel 2017 ha pubblicato La Vittoria che nessuno sa (Sperling&Kupfer) e Voce del verbo corrompere (Maria Margherita Bulgarini), all’interno della collana Biblioterapia della quale è condirettore. Ha partecipato con i propri articoli al report su giovani, mafie e periferie a cura di Danilo Chirico e Marco Carta Under (Perrone, 2017) e al saggio A me piace il Sud (Armando, 2017), a cura di Cannavale e Leccese.

A marzo 2018 ha pubblicato Una sottile linea bianca – dalle piazze di spaccio alla comunità di San Patrignano (Perrone). Da settembre 2018 è in tour con i monologhi tratti dal libro, che porta in scena con i ragazzi della comunità.

Appuntamenti

Onora la madre. Storie di ‘ndrangheta al femminile.

Come è cambiato il ruolo della donna nella ‘ndrangheta dai primi del Novecento a oggi?
Da questa domanda prende le mosse il libro che mette in luce come a una iniziale presenza femminile, a un iniziale coinvolgimento nei processi, sia seguita la sua scomparsa dagli atti giudiziari sino ad arrivare al suo recente ritorno.
Quello che si compie è un viaggio in quella Calabria sconosciuta che si declina al femminile, attraverso i documenti, i riti, le tradizioni, la fede, le parole dei pm, degli storici, della gente, per arrivare ad affermare che la donna, da sempre, è asse portante della ‘ndrangheta perché, nei decenni, nascosta all’ombra delle case, è lei che ha nutrito, tramandato, gestito una delle organizzazioni criminali più potenti del mondo.